venerdì 4 ottobre 2013

É il 4 ottobre, un anonimo venerdì di inizio autunno. Pochi giorni fa il 30°anniversario di nascita, anch'esso anonimo, ormai metabolizzato.
Due colleghi propongono un venerdi diverso: un rapido aperitivo, una cenetta bavarese, così per fare due chiacchiere. 
L'umore non è idilliaco, la salute ancora meno, sono i primi acciacchi dell'autunno. Il clima è fresco e non ho con me nemmeno un giubbotto. Tanti motivi per cui la serata forse era meglio passarla a letto.
Alla fine un giubbino lo si rimedia, saliamo in auto, hiphop a palla, mi sento un po'sotto sequestro. Lo comunico ad alcune amiche, ridono e mi augurano buona fortuna.

Vaghiamo per le vie di Milano alla ricerca di un buon apertivo, sembra strano, ma in quella zona non troviamo niente. Ci addentriamo in un locale esclusivo, all'ottavo piano di un importante centro commerciale. Tutto pieno, non abbiamo tempo di aspettare. Finiamo così in una via laterale, in un locale cubano-comunista di 20 metri quadrati. Due clienti già all'interno ci fanno capire che oggi arriveremo a ben cinque coperti. Occupiamo una panchina, prendiamo tre drink e cofanate di popcorn.
Passa il tempo, si parla di colleghi, lavoro, pensieri, sogni, futuro.

Giunge l'ora dell'attesa cena bavarese. Ci si incammina fino al ristorante. Il cameriere verifica la prenotazione, ci fa fare un giro completo del locale, ci porta al tavolo. Tra musiche tedesche, cameriere tirolesi, vociare e aperitivo altamente alcolico sono profondamente disorientato. Il giro completo del locale è stato il colpo di grazia. Mi trovo davanti al tavolo, ma oibò per metà è già occupato da ragazze di nero vestite. «Va bè», penso, «abitudine tedesca di condividere i tavoli, meglio, magari facciamo conoscenza, orca anche se non sto proprio benissimo».
Quand'ecco che la mente, ormai più che trentenne, mette a fuoco e realizza che, no, non è possibile, si, sono loro... e poi il mio nome non l'avranno mica urlato a caso... oddio, svengo. Booom, buio.
Quando mi risveglio, mi accorgo che quella tavolata era tutta per me, in mio onore, o meglio in onore del mio compleanno. Il cuore tirolese si risveglia, partono piacevoli baci, allegre musiche, simpatici litri di birra, stinchi, canederli e bretzel come se piovessero dal cielo. La tavola si popola, la voce anche. I Fab6 per una sera sono addirittura in dieci!
La serata prosegue, tra pance sempre più piene, quintali di patate e polke bavaresi.

Una foto di gruppo, una di massa, due cavalcate in un parco giochi per bambini, un'altalena bella umida e poi verso casa, con un cd in macchina tutto nuovo da ascoltare, una talentuosa cantante sarda ancora da scoprire, ma soprattutto degli amici da ringraziare. Perchè sì, trenta è solo un numero, ma trent'anni si compiono una volta sola...

Ein prosit.