domenica 10 febbraio 2013

C’è un giorno all’anno in cui ti svegli e senti che qualcosa è diverso dal solito. Il tuo paese, quel villaggio di poche migliaia di abitanti alle porte di Milano, sulla sponda sinistra dell’Adda, si sta popolando. Nell’aria l’odore inconfondibile di fritto, il profumo delle salamelle che rosolano sulle griglie, le voci, il trambusto di sottofondo… e sono solo le 8 del mattino.

Ti affacci alla finestra e vedi persone che camminano immerse nei loro caldi cappotti, strade senza auto, venditori che gonfiano palloncini. Si, oggi è la giornata della Santissima! Il paese si anima per la fiera di Santa Apollonia che un proverbio ricorda come la “mercantà da neff”. Esci da casa e ti trovi immerso in colori, voci, visi, persone, musiche, suoni… ovunque è un brulicare di bancarelle, di venditori che gridano a voce più alta: chi in dialetto, chi con un microfono, chi cercando di rifilarti un panno di stoffa come lo straccio delle meraviglie.

È un giorno in cui sento di appartenere al mio umile paesello, un giorno in cui vorrei tutti i miei amici, soprattutto i più lontani, al mio fianco per farli passeggiare tra le vie e i vicoli, per farli vedere come un piccolo paese può cambiare veste in poche (e per poche) ore. Portarli all’area del bestiame dove sfilano, tutte ben lucide e pettinate, le mucche delle cascine del paese in lotta per l’eterna sfida della migliore. Esperti valutatori di natiche bovine, giornalisti locali indaffarati in interviste imperdibili, bambini attratti da pony e struzzi, contadini in veste “eleganza estrema“ dispersi ad analizzare trattori e macchine agricole.

In tutta questa vitalità ritrovata ci sono tre ragazze, emigrate dal centro/sud Italia, che si apprestano a lasciare, di buona mattina, la loro casa di Milano in cerca di quell’unico autobus blu diretto a Vailate che parte non si sa quando e non si sa dove. Per non sbagliare si arriva alla fermata un’ora prima e si cerca di prendere quel poco timido sole che fa capolino tra gli alti palazzi di Viale Corsica. L’autobus arriva e di conseguenza anche loro oltre l’Adda, in quel di Rivolta, affamate di tutto punto per un classico panino dal "lurido": crauti, salamella, un poco di peperoni e perché no? Qualche salsa… Tra una bancarella e l’altra la temperatura in fiera sale, ma in corpo scende, siamo ai primi di febbraio, poche ora prima di tanta neve. Le ragazze congelano, ma non demordono, passeggiano e guardano incuriosite come tante altre centinaia, forse migliaia di persone. Poi una calda merenda, un tè caldo, qualche frittella e una foto ricordo.

Anche quest’anno Sant’Apollonia è andata, da domani si torna nella quiete di sempre, consapevoli di aver raccontato un’altra giornata di festa, in quel di Rivolta d’Adda.